Doratura

Esistono molti metodi di doratura, ma quello elettrolitico è il più usato. Gli elettroliti convenzionali sono alcalini a base di cianuro, ma si stanno affermando anche quelli del tipo acido.

La doratura e molto impiegata a scopo di nobilitare gli oggetti ornamentali e in tale settore si usano rivestimenti in generale sottili sufficientemente protettivi e conferenti particolari colorazioni alle superfici. La doratura è però impiegata anche in industrie di altro genere, quali quelle inerenti ai circuiti stampati, contatti elettrici, semiconduttori, raddrizzatosi, riflettori, tubi per vuoto, guide d’onda, componenti elettronici, parti di reattori, satelliti.

Gli spessori d’oro variano da 0,1 μm per scopi decorativi-protettivi a 1000 μm per oggetti elettroformati; la loro durezza ha un campo da 65 a 89 kp/mm² ma può raggiungere anche i 400 kp/mm² nelle elettrodeposizioni in lega con altri metalli. Per dorature sottoposte a pressioni sono sufficienti di solito durezze dell’ordine di 90 kp/mm².
Gli aspetti tribologici dell’oro e delle sue leghe, ossia le proprietà chimico fisiche e meccaniche delle superfici dorate in mutuo contatto e strisciamento con altre, assumono grande importanza in tutte quelle apparecchiatura nelle qua li incidono fenomeni di attrito, di usura e di lubrificazione. In questi casi rilevanti sono anche la natura del substrato (metallo-base) e gli eventuali strati deposti sotto o sopra l’oro.